PROTOURISM GUIDED TOURS IN ROME english version
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Bernini
Gianlorenzo Bernini nacque il 7 dicembre 1598 a Napoli, città nella quale il padre Pietro, toscano, anche lui scultore, si era da poco trasferito con la moglie, la napoletana Angelica Galante, per lavorare nel cantiere della Certosa di San Martino. Nel 1605 si spostarono a Roma e Pietro sotto la protezione del cardinale Scipione Borghese ed ebbe l'occasione di mostrare il precoce talento del figlio Gianlorenzo.
Pietro Bernini, lavorando nei cantieri di Paolo V Borghese, realizzò in questo periodo quello che sarebbe stato comunemente riconosciuto il suo capolavoro, il rilievo marmoreo raffigurante l'Assunzione della Vergine nel battistero della basilica di Santa Maria Maggiore, un esempio di traduzione in termini scultorei dei valori della pittura religiosa dell’epoca; una tecnica quella di Pietro particolarmente attenta alla resa degli effetti pittorici, le barbe e i capelli resi con il traforo, i panneggi profondi, il rilievo delle figure che aumenta nei personaggi in primo piano, tutte tecniche che il figlio utilizzerà nelle sue prime prove autonome. Altra impresa di Pietro che ebbe molta importanza nella formazione di Gian Lorenzo, fu la costruzione della Cappella Paolina,sempre in Santa Maria Maggiore progettata da Flaminio Ponzio, destinata ad accogliere la tomba di papa Paolo V , in cui Pietro partecipò insieme ad una schiera di altri scultori e pittori al complesso progetto decorativo, in particolare realizzando l'altorilievo con Incoronazione di Clemente VIII nel 1611.
Importante fu per il giovane Bernini la conoscenza dell'organizzazione di un cantiere collettivo e la fusione all'interno di un progetto architettonico e iconografico di scultura e pittura unite in un ambiente ricco di marmi policromi.
La Roma dell'inizio del XVII secolo dove si sta sviluppando il barocco era una città che viveva un periodo di eccezionale fervore artistico,culturale di grandi novità, di rivoluzioni vere e proprie, come la divulgazione, proprio in quegli anni, della pittura caravaggesca, ma soprattutto la città ospitava artisti provenienti da tutta l'Europa, in un continuo confronto e scambio di conoscenze ed esperienze.
Le prime opere di Bernini rivelano subito la grandezza del suo talento, rappresentando i massimi raggiungimenti del barocco. Gli studi più recenti indicano nel gruppo dei due “Termini” di Priapo e Flora destinati ai giardini di Villa Borghese del 1615-16, ed ora al MOMA di New York, il primo esempio di fattiva collaborazione tra i due scultori, insieme ai gruppi delle “Quattro stagioni” commissionate da Leone Strozzi e destinate alla sua villa romana. La resa sensuale e realistica dei festoni di frutta ricorda le opere di Caravaggio possedute dal cardinal Scipione Borghese nella sua collezione.
Nella prima fase stilistica, Bernini dimostra un interesse e un rispetto assoluto della scultura ellenistica in opere che imitavano alla perfezione lo stile antico; ma imita anche l'ultima fase della scultura di Michelangelo Buonarroti come rivelano il San Sebastiano della collezione Thyssen di Madrid e il San Lorenzo sulla graticola, della Collezione Contini-Bonacossi di Firenze.
Le opere create dal solo Gian Lorenzo, invece, sono La Capra Amaltea, terminata nel 1615, di piccolo formato e con il vello reso naturalisticamente, e i due busti-ritratto di Santoni di Vigevano a Santa Prassede a Roma.
Con i quattro gruppi borghesiani, che lo tennero impegnato per cinque anni, Gian Lorenzo ottenne una fama immediata.
Si tratta di Enea e Anchise, del Ratto di Proserpina (1621-1622), del David (1623-1624) e di Apollo e Dafne (1624-1625); tre soggetti mitologici e uno biblico che dimostrano l'interesse antiquario del suo mecenate il cardinale Scipione Borghese.
A partire da “Enea e Anchise”, lo stile mostra una evoluzione, con qualche incertezza formale e delle citazioni dirette dalle opere di Raffaello come l'Incendio del Borgo. Per le opere di questo gruppo è probabile che vi sia stato il consiglio paterno: seguono poi il Ratto di Proserpina, una più libera interpretazione dell'arte ellenistica e nella figura di Plutone; il David, bloccato nell'atto culminante del confronto con Golia, che non si vede ma che è implicito grazie ai gesti e all'espressione dell'eroe biblico, ripreso in parte dal Polifemo, affrescato sempre da Annibale Carracci nella Galleria Farnese; l' Apollo e Dafne una invenzione figurativa che sospende i due personaggi nell'attimo culminante dell'azione e del dramma di Dafne trasformata in alloro, fondendo le figure con lo spazio circostante. Possiamo dire che in queste composizioni l'artista fissava un momento transitorio, cioè il punto culminante dell'azione.
Ma ciò che colpiva e che affascinava gli osservatori e che fece ben presto
di Bernini un mito della sua epoca era il virtuosismo, il naturalismo estremo,
la capacità di resa dei particolari anatomici, naturalistici che entrano in
relazione con lo spazio circostante in maniera più libera e articolata.
Lo studio dell'antico per Gian Lorenzo fu alla base della sua formazione artistica: alcuni restauri ne indicano il gusto ed i precisi intenti, volti ad una interpretazione originale dell'ellenismo nelle sue sculture come l' Ermafrodito al Louvre di Parigi in cui aggiunge un letto in marmo dall'effetto realistico ad una statua antica, ma anche al rispetto della sua integrità e originalità dell'opera, come dimostra il restauro del cosidetto Ares Ludovisi del 1627, in cui le parti aggiunte dal Bernini sono riconoscibili dal colore e dal trattamento del marmo.
Virtuosismo e imitazione del vero erano le doti che più richiedevano i committenti illustri al Bernini. Il genere del busto-ritratto fece la sua fortuna, anche economica: per tutta la sua vita gli fu richiesto di eseguire i ritratti di papi, di rei, di nobili, dei personaggi più importanti ed influenti dell’epoca, a partire dai due del cardinale Scipione Borghese del 1632.
Per il Bernini, che era un acuto osservatore, il segreto per rappresentare al meglio un carattere di una persona era fermarlo, immobilizzarlo in un qualsiasi momento della sua vita quotidiana.
Nel 1621 ottenne la Croce dell'Ordine di Cristo (alta onorificenza papale) per aver eseguito il "Ritratto di Gregorio XV". Tra il 1630 e il 1635 realizza il busto di "Costanza Buonarelli", moglie di un suo allievo e amata dall'artista.
Bernini confidò al suo biografo e confidente durante il soggiorno in Francia, che per ottenere il massimo effetto di naturalezza bisognava portare il soggetto verso un atteggiamento caricato, finto e teatrale. Solo in quel modo si potevano evidenziare i difetti e le espressioni che più caratterizzano ogni persona.
Bernini insieme Borromini al sono considerati i massimi autori del barocco romano.
Per quanto riguarda l'archettura non bisogna dimenticare la basilica di San Pietro in Vaticano dove segu'a Raffaello, Michelagelo,Maderno e tra i suoi artisti ebbe anche il Borromini.
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